LA NECROPOLI– Il tumulo è stato appena scoperto nell’area del castello di Casenovole, centinaia di ettari di proprietà della sovrintendenza. Qui si trova una necropoli etrusca in parte ancora inesplorata. La «Tomba delle tre uova» apparteneva probabilmente a un ricco abitante dell’Etruria. I resti sono conservati in una “olla”, una sorte di urna di terracotta dalla forma ovale. «Prima di aprirla la sottoporremmo a Tac – spiega ancora Maria Anela Turchetti -. E’ ancora intatta e abbiamo mantenuto la posizione leggermente inclinata con la quale è stata trovata». Dalle analisi di laboratorio, sarà poi possibile sapere di più sui riti di cremazione: che temperatura raggiungeva la pira, se nella “olla” si trovano più corpi (magari di coniugi o familiari morti in epoche diverse e poi sepolti insieme) e altri particolari di estremo interesse per paleontologi, storici e archeologi. Si cercherà di capre anche perché, nello stesso periodo, i defunti venivano cremati ma anche tumulati integri, come se si seguissero diverse religioni.
LE UOVA– I palonutrizionisti, invece, si concentreranno su quelle tre uova eccezionalmente conservate. Sono quasi certamente di gallina, anche se non potrebbero mancare sorprese. «Dalle analisi cercheremo di stabilire se le uova fossero crude o cotte – continua la dottoressa Turchetti – e da qui tenteremo di dedurre i rituali di questo popolo così straordinario. Gli Etruschi, come altre civiltà, erano convinti che nel loro viaggio nell’Oltretomba i defunti dovessero essere accompagnati non solo da oggetti personali, ma da cibo e vivande. Che venivano scelti secondo criteri simbolici». Le uova, simbolo di vita, avrebbero potuto significare una rinascita, per esempio. Dalla “Tomba delle tre uova” stanno venendo alla luce anche altre interessanti testimonianze. Che per ora gli esperti nascondono gelosamente (i reperti recuperati sono già in salvo a Firenze) per timore di intrusioni maldestre o peggio per paura dell’arrivo dei tombaroli. Che anche in Maremma hanno devastato necropoli bellissime cancellando per sempre tesori straordinari e capitoli interi di storia.
Marco Gasperetti
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